mercoledì 5 dicembre 2012

TUMORI


PRO

Con nuovi studi a confermarne l'efficacia, aumenta tra i ricercatori la convinzione che il cannabidiolo (Cbd) presente nella marijuana rallenta la crescita delle cellule tumorali e inibisce la formazione di cellule che nutrono i tumori, contribuendo così a combattere il cancro e le metastasi.
Come riporta il Newsweek, già nel 2007 uno studio del California Pacific Medical Center mostrava come il cannabidiolo uccida le cellule tumorali nei pazienti con cancro al seno, distruggendo i tumori maligni e "spegnendo" il gene ID-1, una proteina che gioca un ruolo chiave nel diffondere il male alle altre cellule.
Il cannabidiolo offre la speranza di una cura non tossica per migliaia di pazienti", ha detto lo studioso McAllister, a capo del gruppo di ricerca. Da allora però non sono ancora stati condotti test clinici, indispensabili per confermare nell'uomo l'effetto visto in laboratorio. McAllister insomma sta ancora cercando fondi per testare sui malati di tumore l'effetto di questa cura..
La scoperta dell'efficacia di queste sostanze si deve a Cristina Sanchez, una giovane biologa della Complutense University di Madrid. Stava studiando il metabolismo cellulare, analizzando le cellule tumorali del cervello, che crescono molto più velocemente delle cellule normali. Per caso, notò che queste morivano ogni volta che erano esposte ai tetracannabinoidi, il famoso Thc che provoca gli effetti psicoattivi della marijuana. Proseguì le sue ricerche e nel 1998 pubblicò i suoi studi, dimostrando che il Thc induce l'apoptosi, ovvero la morte delle cellule di una forma particolarmente aggressiva di tumore cerebrale.






CONTRO

Nuovi indizi testimoniano un legame pericoloso fra marijuana e cancro. Se ancora ben poco si sa sulle conseguenze a lungo termine del fumare erba, specialmente per chi ne fa un uso massiccio, è però indubbio che diversi studi scientifici abbiano già provato una serie piuttosto lunga di sgradevoli effetti collaterali: sulla psiche, sul sistema endocrino, sul cuore e sulla circolazione sanguigna, sulle attività psicomotorie e, infine, sulla fertilità maschile. Ora un nuovo studio di laboratorio, Guidato da Prakash Nagarkatti dell’Università del South Carolina negli Stati Uniti, pubblicato sull’European Journal of Immunology, sostiene che il tetracannabinolo (principio attivo contenuto nella cannabis) "addormenti" il sistema immunitario aumentando così il rischio di sviluppare il cancro.

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